Lo scambio di informazioni tra Italia e Polonia rende sempre più frequenti gli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate a carico di contribuenti che vivono e lavorano stabilmente in Polonia. Conoscere le regole sulla residenza fiscale e le convenzioni internazionali è la prima vera forma di difesa.

Negli ultimi anni l’Agenzia delle Entrate ha intensificato i controlli sui contribuenti che hanno trasferito la residenza in altri Paesi UE, tra cui la Polonia.
Grazie allo scambio automatico di informazioni (direttive UE, cooperazione amministrativa, richiesta di assistenza alla riscossione) l’amministrazione finanziaria italiana può ottenere:

dati su conti correnti e investimenti detenuti presso banche polacche;

informazioni su redditi da lavoro, pensioni, partecipazioni societarie;

documenti acquisiti dall’amministrazione fiscale polacca anche nell’ambito di procedimenti penali o ispettivi.

L’obiettivo è verificare se il contribuente è realmente residente in Polonia o se, nonostante l’iscrizione all’AIRE, mantiene in Italia il centro degli interessi personali, familiari ed economici.

Per chi vive a Varsavia, Cracovia, Danzica o in altre città polacche, i profili di rischio principali sono:

Residenza fiscale (art. 2 TUIR riformato)

il Fisco guarda a domicilio, residenza, presenza fisica in Italia per la maggior parte dell’anno;

l’iscrizione all’AIRE non basta: contano famiglia, lavoro, attività economiche e immobili.

Quadro RW e attività estere

conti correnti, investimenti e immobili in Polonia devono essere monitorati nel quadro RW;

l’omessa compilazione può portare a sanzioni pesanti e a presunzioni di redditi non dichiarati.

Convenzione Italia–Polonia contro le doppie imposizioni

stabilisce dove vanno tassati i redditi (immobili, lavoro dipendente, interessi, dividendi, imprese);

in caso di conflitto di residenza si applicano le tie-breaker rules: abitazione permanente, centro degli interessi vitali, soggiorno abituale, nazionalità.

Se, pur vivendo in Polonia, ricevi un avviso di accertamento o una richiesta di informazioni dall’Agenzia delle Entrate italiana, è essenziale muoversi in modo ordinato e nei termini:

Verificare subito la notifica
Controllare se l’atto è stato notificato correttamente tramite l’amministrazione polacca o all’ultimo domicilio italiano, e da quando decorre il termine per il ricorso (per gli atti notificati all’estero il termine è più lungo).

Analizzare le contestazioni
Capire se l’Ufficio contesta:

la residenza in Italia (esterovestizione);

la mancata dichiarazione di redditi prodotti in Polonia;

l’omessa compilazione del quadro RW.

Raccogliere subito le prove della residenza in Polonia
Contratto di lavoro, certificazione di residenza polacca (zameldowanie), bollette, estratti conto, iscrizione dei figli a scuola, iscrizione all’AIRE, documenti fiscali polacchi.

Valutare ricorso, adesione o definizioni agevolate
A seconda della forza probatoria e dell’importo in gioco, si può:

impugnare l’atto dinanzi alla Corte di Giustizia Tributaria;

attivare un accertamento con adesione per ridurre sanzioni e rateizzare;

valutare rottamazioni, piani di rientro, strumenti di sovraindebitamento se il debito è ormai cristallizzato.

Lo Studio Legale Contessa assiste contribuenti italiani residenti in Polonia – in Italia – che hanno ricevuto:

1. avvisi di accertamento per presunta residenza in Italia;

2. contestazioni su redditi di lavoro polacchi o attività finanziarie in Polonia;

3. cartelle esattoriali e procedure di riscossione, anche con cooperazione dell’autorità polacca.

Per info: www.studiolegalecontessa.com

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