Se sei un correntista vittima di una frode informatica, come il phishing, hai il diritto di ottenere un risarcimento dalla tua banca.
Questo è quanto stabilito dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 3780/2024, ove si ribadisce che le banche devono rispondere di questi danni, a meno che non riescano a dimostrare di aver adottato tutte le misure tecniche adeguate a prevenire le frodi.
Questa sentenza rappresenta un importante punto di riferimento per i consumatori e gli operatori bancari. In particolare, la Suprema Corte ha sancito che le banche devono adottare misure di sicurezza adeguate, come l’autenticazione a due fattori e il monitoraggio delle transazioni sospette, per proteggere i loro clienti.
1) Il caso di phishing e il risarcimento del danno
La vicenda che ha portato alla decisione della Cassazione ha riguardato un correntista che, dopo aver ricevuto una e-mail fraudolenta apparentemente inviata da Poste Italiane SpA, ha subito un prelievo non autorizzato di €2.900 dal proprio conto.
La banca ha inizialmente rifiutato di rimborsare l’importo sottratto, sostenendo che l’operazione fosse attribuibile al correntista.
Il Tribunale di Paola ha però ribaltato la decisione di primo grado, condannando la banca a risarcire l’importo, in quanto non era stata in grado di dimostrare che la frode fosse causata da una colpa grave del cliente.
2) La responsabilità della banca: Il rischio d’impresa e la diligenza dell’accorto banchiere
Secondo la Cassazione, le banche devono adottare tutte le misure necessarie per prevenire e mitigare i rischi legati alle frodi informatiche, rientrando queste nel rischio professionale dell’istituto. Qualora la banca non adotti queste misure, essa è tenuta a risarcire i danni subiti dai clienti.
Questo principio si allinea a una giurisprudenza ormai consolidata, secondo cui le banche sono responsabili per le frodi subite dai correntisti a meno che non possano dimostrare di aver adottato tutte le misure preventive richieste dal livello di diligenza tecnica di un “accorto banchiere”.
3) Perché questa sentenza è rilevante per te?
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