Ricevere un’intimazione di pagamento da Agenzia delle Entrate-Riscossione significa una cosa molto semplice: se non paghi possono partire pignoramenti fermi amministrativi, ipoteche e altre azioni esecutive sul tuo patrimonio.
L’intimazione è l’atto con cui AdER ti ordina di pagare le somme indicate nelle cartelle, avvertendoti che, in caso contrario, potrà procedere subito all’espropriazione forzata. Spesso arriva anni dopo le cartelle originarie, per “riattivare” una procedura che altrimenti sarebbe bloccata.
In molti casi, però, l’intimazione può essere contestata perché potenzialemente ed in astratto è:
1. emessa oltre i termini di legge (prescrizione o decadenza);
2. fondata su cartelle mai notificate o illegittime;
3. notificata in modo irregolare;
4. emessa senza il rispetto dell’art. 50 DPR 602/1973 (mancanza dei presupposti per l’esecuzione).
In questi casi è possibile bloccare gli effetti dell’intimazione con:
1. ricorso alla Corte di Giustizia Tributaria, con richiesta di sospensione urgente;
2. istanza di sospensione in autotutela ad AdER;
3. rateizzazione del debito, che ferma l’esecuzione con il pagamento della prima rata;
4.nei casi più gravi, accesso a procedure di sovraindebitamento per ristrutturare o ridurre i debiti.
Studio Legale Contessa – Avv. Mario Pio Contessa
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