Negli ultimi anni molti italiani hanno trasferito la propria vita in Portogallo – fra pensionati, lavoratori in smart working, professionisti e imprenditori – confidando nei regimi agevolati e in una fiscalità percepita come più favorevole. Parallelamente, l’Agenzia delle Entrate ha intensificato i controlli su chi risulta iscritto all’AIRE o titolare di conti, investimenti e immobili in Portogallo, incrociando dati bancari, anagrafe tributaria e scambi di informazioni con le autorità portoghesi.
Le contestazioni tipiche riguardano: presunta residenza fiscale fittizia all’estero, omessa indicazione di conti e attività finanziarie nel quadro RW, mancato pagamento di IVIE e IVAFE, errata applicazione della Convenzione Italia–Portogallo sulle doppie imposizioni, soprattutto per pensioni INPS, redditi da lavoro, interessi e dividendi. Le conseguenze possono essere pesanti: recupero di imposte con sanzioni elevate, iscrizione a ruolo, cartelle esattoriali, ipoteche, pignoramenti, fermi amministrativi e, nei casi più gravi, anche profili penali per evasione rilevante.
In presenza di un avviso di accertamento su redditi o patrimoni detenuti in Portogallo, il primo passaggio è verificare:
1. la validità della notifica, soprattutto se effettuata all’estero o a vecchi indirizzi italiani;
2. il rispetto dei termini di decadenza;
3. la corretta applicazione dei criteri di residenza fiscale introdotti dal d.lgs. 209/2023 (presenza fisica oltre 183 giorni, domicilio e centro degli interessi vitali);
l’uso corretto della Convenzione Italia–Portogallo, con riconoscimento dei crediti d’imposta per le tasse già pagate in Portogallo e delle regole speciali per pensioni, lavoro dipendente, capital gain e redditi finanziari.
Un altro snodo delicato è la parte patrimoniale: omissioni nel quadro RW, mancata indicazione di immobili a Lisbona o in Algarve, conti correnti e investimenti possono comportare sanzioni percentuali sul valore delle attività, oltre alle imposte patrimoniali IVIE e IVAFE. In molti casi è possibile intervenire con ravvedimento operoso, richiesta di autotutela o accesso a definizioni agevolate (come rottamazioni, piani di rateazione e – in situazioni più critiche – procedure di crisi da sovraindebitamento), evitando che l’atto sfoci rapidamente in cartelle esattoriali, fermi, ipoteche e pignoramenti fiscali.
Per chi ha già ricevuto cartelle, intimazioni di pagamento, preavvisi di fermo, fermi amministrativi su veicoli, ipoteche immobiliari o pignoramenti da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione (già Equitalia), è fondamentale valutare non solo il merito dell’accertamento, ma anche la legittimità degli atti esecutivi o cautelari: vizi di notifica, difetto di motivazione, mancata indicazione del credito d’imposta estero, errori di calcolo possono portare all’annullamento di cartelle e pignoramenti, o alla nullità di fermi e ipoteche.
Lo Studio Legale Contessa, con sede a Bologna, Strada Maggiore 54, in persona dell’Avv. Mario Pio Contessa, assiste italiani residenti in Portogallo, in Itala, che si trovano a fronteggiare accertamenti fiscali, cartelle esattoriali, pignoramenti del fisco, fermi amministrativi, ipoteche, rottamazioni e procedure di riscossione.
Se vivi o hai vissuto in Portogallo e hai ricevuto un avviso di accertamento, una cartella, un preavviso di fermo, un fermo amministrativo, un’ipoteca o un pignoramento del Fisco, puoi richiedere una valutazione mirata allo Studio Legale Contessa – Avv. Mario Pio Contessa, che si occupa prevalentemente di accertamenti fiscali esteri, cartelle esattoriali, pignoramenti e riscossione tributaria – per impostare subito la strategia difensiva più efficace per la propria posizione personale.
