Il pignoramento dello stipendio è una delle misure più invasive utilizzate da Agenzia delle Entrate-Riscossione per recuperare i debiti fiscali non pagati: una quota del reddito mensile viene trattenuta direttamente dal datore di lavoro e versata all’ente di riscossione, senza necessità di un preventivo intervento del giudice (art. 72-bis DPR 602/1973).
Dopo la notifica della cartella di pagamento e il decorso dei 60 giorni senza pagamento o ricorso, l’Agenzia può procedere al pignoramento presso terzi, notificando l’atto al datore di lavoro. Se è trascorso più di un anno dalla cartella, è necessario prima un avviso di intimazione con 5 giorni per pagare, decorso il quale scatta l’esecuzione.
La legge prevede limiti precisi alla quota pignorabile dello stipendio netto mensile, per garantire il minimo vitale al contribuente:
fino a 2.500 € netti: massimo 1/10;
tra 2.500 e 5.000 € netti: massimo 1/7;
oltre 5.000 € netti: massimo 1/5.
Anche il TFR può essere aggredito, generalmente entro il limite di 1/5, quando diventa esigibile alla cessazione del rapporto di lavoro.
Il contribuente può opporsi al pignoramento quando il debito è prescritto, l’importo è errato, gli atti sono stati notificati in modo irregolare, o vi sono altri vizi di legittimità: si agisce con opposizione all’esecuzione (art. 615 c.p.c.) o opposizione agli atti esecutivi (art. 617 c.p.c.), chiedendo anche la sospensione dell’esecuzione.
Per le situazioni di sovraindebitamento (famiglie, lavoratori dipendenti, autonomi, piccole imprese non fallibili), le procedure oggi disciplinate dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. 14/2019) consentono di:
ristrutturare i debiti con un piano sostenibile;
bloccare pignoramenti e azioni esecutive;
arrivare, nei casi più gravi, alla esdebitazione del debitore incapiente, con cancellazione dei debiti residui se ricorrono i requisiti di legge.
Lo Studio Legale Contessa – Avv. Mario Pio Contessa, con sede a Bologna (Strada Maggiore 54), assiste lavoratori dipendenti, pensionati, professionisti e imprese che subiscono un pignoramento dello stipendio o del TFR da Agenzia Entrate Riscossione, occupandosi di:
1. verifica di legittimità di cartelle, intimazioni e pignoramenti;
2. opposizioni ex artt. 615 e 617 c.p.c. e istanze di sospensione;
3. piani di rateizzazione e rinegoziazione del debito;
4. attivazione di procedure di sovraindebitamento ed esdebitazione per ottenere una reale ripartenza senza debiti insostenibili.
