Annullare una cartella esattoriale in autotutela significa chiedere all’Agenzia delle Entrate-Riscossione di correggere o cancellare un atto viziato senza andare subito in giudizio. È uno strumento molto utile quando la cartella contiene errori evidenti: importi sbagliati, debiti prescritti, somme già pagate, vizi di notifica o mancanza di dati obbligatori (come il responsabile del procedimento).

L’autotutela consente all’ente di rivedere le proprie pretese e annullare, anche d’ufficio, atti illegittimi o infondati. Il contribuente deve però presentare una richiesta chiara e documentata: ricevute di pagamento, estratti conto, vecchie comunicazioni, atti notificati con date e riferimenti, così da dimostrare in modo preciso l’errore.

Si può chiedere l’annullamento in autotutela, ad esempio, quando:

gli importi sono calcolati male (imposte, interessi, sanzioni, aggio);

il debito risulta prescritto perché notificato oltre i termini;

il debito è già stato pagato ma non correttamente registrato;

la notifica è avvenuta a indirizzo errato o in violazione delle regole;

la cartella presenta vizi formali (mancanza del responsabile del procedimento, indicazioni incomplete, ecc.).

La richiesta va redatta in forma scritta, indirizzata all’Agenzia delle Entrate-Riscossione (o all’ente che ha formato il ruolo), indicando dati del contribuente, numero della cartella, errori riscontrati e ciò che si chiede (annullamento totale o parziale), allegando tutta la documentazione probatoria. Può essere inviata via PEC, raccomandata A/R o consegnata a mano allo sportello.

L’autotutela ha diversi vantaggi: tempi più rapidi, costi contenuti e minore formalismo rispetto a un ricorso tributario. Se però la richiesta viene respinta o ignorata, resta sempre possibile proporre ricorso alla giustizia tributaria entro i termini di legge.

Lo Studio Legale Contessa – Avv. Mario Pio Contessa, con sede a Bologna (Strada Maggiore 54), assiste contribuenti e imprese nella verifica dei vizi di cartelle esattoriali, nella redazione di istanze in autotutela ben strutturate e, se necessario, nel successivo ricorso davanti al giudice tributario per ottenere l’annullamento di pretese illegittime e bloccare pignoramenti, fermi e ipoteche.

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