Ricevere una comunicazione dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione mette spesso il contribuente in uno stato di forte ansia: il timore è quello di subire un pignoramento su stipendio, conto corrente, auto o immobili. Tuttavia, prima che l’espropriazione forzata diventi realtà, l’ordinamento offre diversi strumenti per difendersi e gestire il debito in modo più sostenibile.
Una delle vie principali per evitare il pignoramento è la rateizzazione del debito.
Chiedere un piano di dilazione consente, in molti casi, di sospendere le procedure esecutive in corso, bloccare o congelare fermi amministrativi e ridurre progressivamente l’ipoteca sugli immobili in proporzione alle somme pagate.
È però essenziale rispettare con rigore il piano: il mancato pagamento di alcune rate comporta la decadenza dai benefici e la ripresa immediata delle azioni esecutive da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
La rateizzazione può arrivare fino a 72 rate mensili in caso di temporanea difficoltà economica, estendendosi fino a 120 rate nelle ipotesi di grave difficoltà, purché sia dimostrabile la possibilità di rientrare gradualmente dal debito. In presenza di ulteriori peggioramenti, è possibile chiedere una rimodulazione del piano, allegando documentazione aggiornata sulla propria situazione reddituale e patrimoniale.
Accanto alla dilazione, il contribuente può far valere le tutele sui beni non pignorabili: la prima casa, se unico immobile non di lusso e adibito a residenza, non è aggredibile dall’Agente della riscossione; lo stipendio è pignorabile solo entro limiti percentuali (1/10, 1/7 o 1/5 a seconda dell’importo), così da garantire comunque un minimo vitale per il sostentamento. Specifiche regole proteggono inoltre stipendi accreditati in conto corrente e somme destinate ai crediti alimentari.
Quando il pignoramento è imminente o già avviato, è possibile:
1. presentare una istanza di sospensione se il debito risulta prescritto, già pagato o erroneamente calcolato;
2. proporre opposizione al pignoramento davanti al giudice competente, contestando vizi di notifica, violazione dei limiti di pignorabilità o errori sul credito sottostante.
Dal 2025 il sistema di recupero delle imposte diventerà ancora più rapido: in molti casi non vi sarà più la tradizionale cartella, ma un invito formale al pagamento notificato entro 60 giorni dalla scadenza. Trascorsi 30 giorni senza pagamento, potranno essere attivate in tempi brevi misure come pignoramento e ganasce fiscali. Diventa quindi decisivo muoversi tempestivamente, chiedere rateizzazione o attivare i rimedi di legge prima che le azioni esecutive producano effetti irreversibili.
Lo Studio Legale Contessa – Avv. Mario Pio Contessa, con sede a Bologna (Strada Maggiore 54), assiste contribuenti e imprese in tutte le fasi del rapporto con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione: dall’analisi delle cartelle e degli avvisi, alla richiesta di piani di rateizzazione sostenibili, fino alle opposizioni giudiziali contro pignoramenti, fermi e ipoteche illegittime.
